L’evoluzione: LASIK, PRK e SMILE

La chirurgia refrattiva si avvale dell’uso di strumentazioni laser: a eccimeri (con tecnica PRK) o femtolaser (con tecnica LASIK). Entrambe tendono a modificare lo stroma, la parte più interna e spessa dei cinque strati che compongono la cornea. Le modifiche della curvatura dello stroma corneale restano per sempre.

PRK
La PRK (tecnica di superficie) prevede l’asportazione dell’epitelio, lo strato più esterno della cornea, per giungere a contatto con lo stroma: a questo punto il raggio laser agisce modificandone la curvatura.

LASIK 
Nella LASIK la superficie da trattare laser viene preparata con un microcheratomo che taglia a metà la cornea; si solleva il lembo ottenuto e si tratta lo stroma con il laser. La lamella viene riposizionata e riaderisce al resto della cornea senza necessità di suture grazie alla sua sottigliezza. E’ così sottile da riprodurre in superficie le modifiche create con il laser sullo stroma sottostante.

SMILE 
SMILE (small incision lenticule extraction) è una denominazione ancora poco conosciuta tra i non addetti ai lavori, ma nel novembre 2017 nel mondo è stato festeggiato il raggiungimento del milione di procedure e le 5.000 nella sola Italia. È una metodica di trattamento laser per la correzione della miopia. Il sogno del chirurgo è utilizzare una metodica poco invasiva, il sogno del paziente è il recupero funzionale nel più breve tempo possibile. La tecnica SMILE, con il suo taglio di soli due millimetri, soddisfa queste due richieste. Il femtolaser prepara all’interno della cornea con due tagli (uno inferiore e l’altro superiore, alla profondità stabilita dal chirurgo in base alle caratteristiche dell’occhio) un dischetto (lenticolo) dello spessore richiesto dal valore di correzione voluto. Attraverso una microincisione di circa due millimetri, sempre praticata dal femtolaser, il chirurgo estrae il lenticolo.  Quanto più elevato è il valore di correzione richiesto, tanto più spesso sarà il lenticolo. La precisione del femtolaser, vero e proprio laser chirurgico, è inimmaginabile per qualsiasi tipo di bisturi, trattandosi di un’emissione calcolabile, appunto, in femtosecondi.  La superficie corneale, quindi, viene rispettata al massimo, la ripresa funzionale del paziente è molto veloce, calcolabile in pochi giorni e l’assestamento del tessuto avviene in tempo reale. Inoltre questa metodica rispetta assolutamente le terminazioni nervose corneali anteriori, mantenendo inalterata la sensibilità corneale che nelle metodiche tradizionali (Prk e femtolaser con tecnica Lasik) viene recuperata dopo alcuni mesi dal trattamento. Questa tecnica è praticabile sugli occhi miopi o con astigmatismo associato a miopia, mentre sono esclusi, almeno per il momento, gli ipermetropi.

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